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L’Italia non è un Paese per famiglie arcobaleno: la Procura di Padova dichiara illegittimi gli atti di nascita

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Ancora una volta il nostro Paese non perde occasione per mostrarsi indietro anni luce nei confronti dei diritti delle persone omosessuali. Tutto parte dalla Procura di Padova che ha intimato ad una coppia di donne di rettificare l’atto di nascita della propria figlia.

Dovranno infatti cancellare il nome della madre non biologica e rettificare il cognome attraverso l’eliminazione di quello della “seconda madre”. L’atto è relativo ad una bimba – che compirà 6 anni fra poco – registrata il 30 agosto 2017 e che aveva fatto scuola, all’epoca in senso positivo, essendo la prima in assoluto di una coppia omosessuale.

Ora però l’enorme balzo indietro, che presto potrebbe coinvolgere altri 33 casi identici, con le notifiche di impugnazione che arriveranno ad altrettante coppie – tutte donne – che hanno registrato bambini nati dall’unione di due mamme. Non sono presenti invece nella città situazioni di figli di coppie composte da due uomini.

Secondo la Procuratrice non ci saranno ripercussioni sulla bambina perché troppo piccola

Questa assurda vicenda è iniziata lo scorso aprile, quando la Procura di Padova aveva richiesto gli atti delle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali a partire dal 2017 in poi. In precedenza il prefetto Raffaele Grassi aveva inviato a tutti i sindaci una circolare in cui li invitava a rispettare la sentenza della Corte di Cassazione che blocca i riconoscimenti per i figli delle famiglie arcobaleno.

La Procuratrice di Padova facente funzioni, Valeria Sanzari, ha sostenuto:

Sono casi uguali, non c’è nessun motivo per differenziare. Le notifiche dell’impugnazione arriveranno a tutte le 33 coppie per le quali abbiamo chiesto al Comune, ad aprile, gli atti anagrafici. Io sono tenuta a far rispettare la legge e con l’attuale normativa non posso fare altro.

Tutto questo senza tener conto dei sentimenti e del parere dei diretti interessati, i più piccoli che come sempre non hanno voce in capitolo. Anche in questo caso, però, la Sanzari ha una giustificazione:

La giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale.

La replica della famiglia arcobaleno coinvolta

Una teoria che ovviamente non può che provocare ulteriore rabbia e dolore nelle due mamme che hanno ricevuto la notifica, che hanno fatto sapere:

Ci chiediamo come possa un Tribunale, di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità, escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia.

La famiglia è infatti composta da due donne di circa 40 anni che si sono sposate all’estero. Una delle due ha anche un secondo figlio che ha pochi mesi di differenza con la bambina. La mamma in questione ha sottolineato come siano a tutti gli effetti due fratelli, avendo anche lo stesso doppio cognome seppur con due mamme diverse.

Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma. Sono queste le priorità del sistema giudiziario italiano? Con quale coraggio un collegio giudicante di genere femminile può pensare di pronunciare tutto questo?

L’Associazione Famiglie Arcobaleno ha promesso di dare battaglia, fornendo pieno sostegno alle due mamme. Ha definitoun atto vergognoso e indegno di un paese civile” togliere un genitore legale a minori a distanza di 6 anni dalla nascita. Alessandra Crocini, la Presidentessa, ha asserito:

Come Famiglie Arcobaleno lotteremo accanto a questi genitori e non lasceremo nessuna azione intentata ma è bene che la società civile italiana si renda conto che c’è in atto una vera persecuzione dei bambini con due mamme o due papà e prenda una posizione chiara.

Nessuna tutela per i più piccoli, messi in mezzo in battaglie giudiziarie lesive

Dal canto suo, Sergio Giordani, il sindaco di Padova che dal 2017 si è impegnato a trascrivere gli atti di nascita dei figli delle coppie omogenitoriali, ha rivendicato quanto fatto finora:

Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti. Lo abbiamo sempre tempestivamente comunicato alla Procura di Padova dopo ogni atto senza avere mai controdeduzioni. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell’interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l’interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro.

Poi l’invito nei confronti del Parlamento a prendere una posizione che tuteli i più piccoli, i più fragili e i più colpiti da vicende giudiziarie che non dovrebbero metterli in mezzo:

C’è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare, ma fino ad ora non lo ha fatto. Lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci, anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini.

In mezzo a tutte le polemiche, ci uniamo alle parole del Primo Cittadino padovano. Non solo ancora una volta abbiamo dimostrato di non essere un Paese per famiglie arcobaleno, al contrario di quanto avviene in molti altri contesti europei.

Ciò che più conta è il fatto di non dimostrarci una nazione attenta alle esigenze dei più innocenti, i bambini che chiedono solo amore e una famiglia come tutti gli altri coetanei senza guardare a sesso, razza, età e distinzioni di ogni altro tipo.

Bambini che ora per questa assurda decisione verranno privati a tutti gli effetti di una parte della loro famiglia, di una delle loro mamme che per la legge diventerà una “perfetta sconosciuta” per loro nonostante l’affetto e la dedizione che ha dato ai propri figli e alle proprie figlie fin dal primo giorno di vita.

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